Il titolo di questo libro è il titolo di una poesia di Coleridge che è il tema del più lungo dei racconti, pubblicati postumi, scritti dal 1908 al 1921, a solo due anni dalla morte prematura della scrittrice, di cui Virginia Woolf ha detto: "E' l'unica scrittura che io abbia mai invidiato".
Il filo conduttore dei racconti, e forse della vita, dell'autrice, è il passaggio continuo dalla vita al sogno, o meglio da un mondo ad un altro, legati da fili sottilissimi, sempre sul punto di rompersi.
Ironia, sorriso, malinconia, sono la ragnatela impalpabile che circonda l'aria respirata da questa viaggiatrice nei mondi. Cornice musicaledi William Walton.
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